La cura delle piante non può prescindere dalla conoscenza di quelle che potrebbero essere delle fastidiose infezioni, capaci di compromettere la loro salute ed il conseguente raccolto. È bene conoscerne i sintomi per avere la prontezza di agire ed intervenire nel migliore dei modi possibili, quando necessario rivolgendosi ad un agronomo esperto per la prescrizione della cura adeguata. Anche perché, si sa, far crescere delle piante e raccoglierne i relativi frutti è una soddisfazione, un po’ come accudire dei bambini: si segue l’intero percorso di nascita e maturazione per raccoglierne poi i risultati e gioire della bellezza delle nostre “amiche verdi”.
La peronospora, cos’è?
La peronospora è una malattia della pianta che colpisce in special modo la vite e nasce da un fungo, la Plasmopara viticola, in grado di colpire l’intero corpo della vite, divenendo ben visibile soprattutto sulle foglie. Guardando un po’ alla storia della peronospora della vite, essa è arrivata per la prima volta in Europa verso la metà dell’Ottocento, in seguito alle importazioni dall’America delle prime colture di questo tipo.
Quali sono i sintomi della peronospora e, soprattutto, qual è la cura?
Va innanzitutto specificato che la peronospora attacca la vite quando si sviluppano ambienti particolarmente umidi e quindi nelle stagioni più piovose. Tradizionalmente, si fa riferimento alla regola dei tre 10:
- lunghezza dei germogli superiore a 10 cm;
- temperature superiori a 10 °C;
- piogge superiori o uguali a 10 mm in 24 – 48 ore.
Questo tipo di condizioni, ovviamente, non sono poste in misura certa ma rappresentano solo degli indicatori, in presenza dei quali, il fungo trova l’ambiente ideale per svilupparsi, in un primo periodo di incubazione che va dai 5 ai 14 giorni, per poi prender vita con una infezione primaria. Dopo di ciò, lo stesso ha la possibilità di propagarsi per l’intero corpo della vite ed iniziare a sviluppare le prime “macchie d’olio” sul corpo della foglia, in prossimità delle quali inizierà a diffondersi una muffa biancastra, sintomo della piena infezione. La peronospora larvata invece è quella che colpisce, più tardivamente, gli acini nel periodo estivo.
La cura per la peronospora consiste più che altro nella prevenzione, dunque nel non permettere la creazione di quelle condizioni ideali per la nascita del fungo. Le maggiori indicazioni sono quella di tenere la coltivazione lontano dal terreno nonché l’asportazione precoce dei polloni.
Oido, quali differenze rispetto alla peronospora
L’oidio è, allo stesso modo, una malattia generata da un fungo che, al pari della peronospora, può generare gravi danni alla produzione di uva. Una patina biancastra invade tutte le parti non lignee della vite, in particolare gli acini che potrebbero anche spaccarsi. A differenza della peronospora però, agisce in ambienti poco umidi ma particolarmente caldi e asciutti come quelli dell’Italia Meridionale e della zona collinare dell’Italia Settentrionale.
Le malattie delle piante possono rivelarsi particolarmente aggressive, rischiando di compromettere la riuscita di un raccolto per il quale si è spesa fatica e dedizione. Impara a riconoscerle peronospora e oidio per agire tempestivamente e veder nascere con tranquillità i tuoi frutti!