Come affermare la propria realtà vinicola

Il comparto vinicolo italiano è uno dei più importanti al mondo. Ed a dire il vero uno di quelli che mantengono il segno positivo anche nei momenti di crisi.

Il settore quindi ha anche una grande responsabilità a livello sociale. Vedendo una gran quantità di addetti ai lavori lungo tutta la filiera. Produttiva primaria, in cantina, logistica e di vendita.

Questa gran quantità e qualità però non riesce sempre a sfondare nei mercati. In quanto culturalmente non vi sono le capacità di raccontare quello che l’organizzazione fa ed in cui si impegna. Non riuscendo ad andare al di la del raccontare di come si faccia il vino. O quanto bravi siamo a farlo.

Mentre dovremmo fornire tutta una altra serie di informazione, che sono sempre più richieste dai mercati.

Quali sono le richieste dei mercati

Che l’Italia sia il paese di produzione dei vini di maggiore qualità, è fuori dubbio. Caso mai la criticità è dovuta al fatto che non vi sia una cultura di esportazione e valorizzazione efficace. Ma perché ancora non riusciamo ad esportare un prodotto che fondamentalmente si venderebbe da solo? Riusciamo a coprire quelle che sono le richieste dei mercati internazionali? NO

Le criticità sono varie. Vediamole:

  • In Italia vi è la convinzione che tutto il mondo debba riconoscerci come i maggiori produttore del mondo;
  • Un altro punto critico è relativo alla guerra che si fanno le piccole cantine. Molte volte pare che sia più fondamentale essere in una catena della GDO, rimettendoci, che percorrere altre strade;
  • Scarso interesse di allinearsi alle norme e standard internazionali, che fornirebbero tutte le evidenze richieste dai mercati internazionali;
  • Difficoltà logistiche. In quanto i poli logistici italiani non sono presenti in tutti i territori.

Per i primi due punti, il problema molte volte è politico. Tematiche sfruttate da associazioni e governatori che promettono battaglia all’italian sound, dimenticandosi quanto siamo bravi a suonarcela da soli. Vedere continui scandali interni.

L’ultimo è dovuto dalle caratteristiche del territorio, dal crollo di molte cantine sociali, dalla scarsa capacità di fare fronte comune per risolvere i problemi, invece che pensare solamente a produrre una bottiglia in più del vicino.

Ci soffermeremo invece su quelle che sono le richieste dei mercati. Le certificazioni più importanti in ambito vinicolo.

Le certificazioni nel comparto enologico

I mercati internazionali richiedono evidenze. Non è in dubbio la qualità del vino italiano. Ma per uniformarsi ai mercati internazionali si deve dare evidenza sulla sicurezza, qualità e legalità alimentare. Sono molti gli scandali del mercato interno che han minato anche quello estero.

Un’organizzazione che voglia presentarsi ai mercati internazionali può così dotarsi di attestazioni, certificazioni, di vario genere. Vediamo quelle più importanti:

  • Certificazioni alimentari. Sono dei sistemi di gestione e standard di certificazione che implementano una serie di regolamenti necessari alla gestione dei requisiti nazionali ed internazionali. La norma di certificazione ISO 22000, la base della sicurezza e qualità alimentare, la filiera ISO 22005, fino agli standard internazionali per la sicurezza qualità e legalità alimentare FSSC 22000, IFS e BRC;
  • Certificazioni sostenibilità ambientale. Sistemi di gestione e o standard di certificazione che evidenziano l’impegno nei confronti delle tematiche ambientali. La norma Iso 14001, il sistema di gestione ambiente, la dichiarazione ambientale, e le certificazioni per l’impronta ambientale, Carbon Foot Print, Water Foot Print, Carbon Neutral, VIVO, SQF;
  • Certificazione biologica e biodinamica. Certificazione che attestano il rispetto della normativa per la produzione di alimenti biologici;
  • Riconoscimento dei marchi collettivi. I più adottati al momento, DOC, IGT, DOCG, riconoscimenti comunitari, ma i meno riconosciti a livello internazionale.

I vantaggi delle certificazioni alimentari nel mondo vinicolo

I vantaggi dell’adozione delle certificazioni alimentari in un’azienda sono molteplici, vediamo le più importanti:

  • Assicurare il rispetto dei requisiti per la sicurezza alimentare, secondo le normative comunitarie ed extra comunitarie. Evidenza di sicurezza del prodotto nei confronti dei pericoli microbiologici, chimici e fisici;
  • Assicurare la difesa del prodotto, nei confronti di possibili contaminazioni volontarie atte a danneggiare il prodotto, l’azienda a scapita della salute del consumatore. Evidenza di gestione della food defense;
  • Assicurare la tracciabilità di tutte le materie prime, uve, coadiuvanti, tappi, etichette, ecc, ed eccellere nei processi di ritiro richiamo. Gestione della tracciabilità dal campo alla tavola;
  • Assicurare l’identità del vino nei confronti di possibili frodi alimentari che possono avvenire dalla catena do fornitura e durante i processi nell’organizzazione. Gestione della food fraud;
  • Visibilità. Un’organizzazione vinicola che abbia ottenuto una certificazione alimentare godrà di un miglioramento della visibilità. Una penetrazione nei mercati che la identificano come azienda ‘pronta’ e, così avere un miglioramento dei profitti per tutte le parti interessate, migliorando anche l’afficianza di tutti i processi e diminuendo gli sprechi.

Conclusioni

Le organizzazioni vinicole devono quindi avere uno scatto in avanti. Uscire dal questo e sano, questo è buono, perché italiano. Ma imparare a raccontare e comunicare. Perché quando l’eccellenza viene messa a sistema di venta unicità!

Se sei interessato ad approfondire la tematica della certificazione che puoi adottare nella tua azienda vinicola puoi affiocarti a realtà che operano nel settore (qui puoi trovarne un esempio).