Montepulciano d’Abruzzo: le caratteristiche del vitigno e le migliori 3 cantine che lo propongono

Il Montepulciano d’Abruzzo è uno dei vini più apprezzati al mondo e ciò è una certezza matematica. Si tratta di un prodotto proveniente dalle uve di Montepulciano, un vitigno autoctono della regione.

Il Montepulciano d’Abruzzo si distingue, sia in Italia che all’Estero, per le sue etichette blasonate, ma ci sono anche molte cantine minori che lavorano privilegiando l’alta qualità del prodotto, molto spesso, a discapito delle rese. Scopriamo cosa si nasconde dietro questo vino e quali sono le sue principali caratteristiche correlate alla terra e al calice.

Montepulciano d’Abruzzo: un po’ di storia

Prima di raccontare quali sono i tratti distintivi del Montepulciano d’Abruzzo è necessario conoscere qualche rudimento storico per poter apprezzare al meglio questo vitigno a bacca rossa che fa impazzire proprio tutti.

La viticultura abruzzese affonda le sue origini in tempi molto antichi. Infatti le prime tracce ricollegabili a questa attività sono state datate al 1000 A.C. dimostrando quanto tale attività sia stata incessante e molto apprezzata anche dagli Etruschi e i Romani. Plinio il Vecchio, l’imperatore Ottaviano, Marcio Porcio Catone e molti altri grandi dell’epoca, ne hanno decantato la sua grandezza in diversi documenti storici.

Il Montepulciano d’Abruzzo, quindi, viene coltivato sin dall’antichità in queste terre, ma non c’entra nulla con il vino nobile di Montepulciano toscano, cosa acclarata anche con una battaglia legale recente. Il vitigno viene coltivato nell’entroterra della regione, esprimendosi al meglio in Valle Peligna. Si tratta, a tutti gli effetti, di un autoctono regionale.



Montepulciano d’Abruzzo: le caratteristiche principali


A questo punto è bene tracciare un profilo ampelografico in modo da poter riconoscere la pianta e apprezzarne le sue ottimali condizioni di salute. La foglia ha una forma pentagonale di media dimensione, il grappolo si esprime con una forma cilindrica e conica, con un peduncolo di piccole dimensioni. Si tratta di un’uva che cresce in maniera compatta e ha una maturazione cosiddetta tardiva.

Il Montepulciano d’Abruzzo viene coltivato diversamente a seconda della zona in cui si trova, pertanto lo si riconosce in sistemi ad alberello, oppure, a spalliera. Tale vitigno si esprime al meglio in Abruzzo, precisamente nella provincia di Teramo, dove sviluppa caratteristiche inconfondibili di complessità e finezza. Proprio qui nasce la prima DOCG abruzzese, colline Teramane. Anche in questo caso esistono delle versioni denominate Riserva e vengono conferite ai vini provenienti dalla Terra dei Vestini, Casauria, Teate e diverse zone collegate alla provincia aquilana. In tali casi si lavora con affinamenti di lungo periodo.

Il Montepulciano, anche se in Abruzzo trova la sua terra di elezione, non è raro riconoscerlo anche in Umbria, Marche e Puglia. Tutte queste espressioni danno vita a differenti denominazioni.

In regione si usa vinificare queste uve in purezza, mentre, in altre è possibile impiegarlo anche per costruire dei varietali davvero interessanti al calice.


Montepulciano d’Abruzzo: principali DOC e DOCG


Il Montepulciano d’Abruzzo ha tratti organolettici definiti, per alcuni, “selvatici”. Risulta al gusto scontroso o ruvido, con una trama tannica fitta, soprattutto, se viene bevuto molto presto. Quando ci si trova a degustare un vino prodotto nella zona delle colline teramane, però, questo risulta estremamente complesso, elegante e dalla grande armonia.


Ma come si presenta un Montepulciano d’Abruzzo al calice? Lo si riconosce per il suo intenso rosso rubino, è brillante e limpido. Al naso evoca sentori di frutta matura, ma anche spezie dolci. Non mancano note vegetali e di caffè, corteccia e cioccolata fondente, tipica dell’affinamento in legno. La struttura è possente ma è anche persistente al palato.

Come abbiamo anticipato ci sono diverse denominazioni conferite ai vari territori produttori di Montepulciano. Ad esempio lungo la fascia adriatica che parte da Ancona e arriva nel Foggiano, vi è la Montepulciano d’Abruzzo DOC. Si distingue per un periodo di affinamento minimo corrispondente a 18 mesi, di cui almeno la metà va condotta in legno. Se viene raddoppiata, però, è possibile godere della dicitura “riserva”. Può essere vinificato in purezza, oppure, al 90% secondo quanto dispone il restrittivo disciplinare.

Ma come riconosciamo le DOC di vini a base Montepulciano? Ecco i nomi, Controguerra, Montepulciano d’Abruzzo, Abruzzo, Villamagna, Ortona, Cerasuolo d’Abruzzo. Le DOCG, invece, sono solo due e corrispondono alla nuova Tullum e Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane.



Montepulciano d’Abruzzo: quali sono i vini da non perdere



Chi è un grande appassionato di Montepulciano d’Abruzzo è sempre alla ricerca di nuove eccellenze da degustare, ma certamente, non può prescindere dalle espressioni più famose al mondo. Tutte queste si riconoscono da una grandissima struttura, un carattere riconoscibile e apprezzato proprio da tutti.

A proporre il miglior Montepulciano d’Abruzzo è, certamente, Valentini che, negli anni, si è sempre distinto tra i migliori vini italiani a detta di diversi esperti del settore. Anche Emidio Pepe si difende benissimo.

Il produttore storico di Torano Nuovo ha puntato ad un vino di alta qualità operando in regime biologico e vinificando in maniera tradizionale, proprio come si faceva una volta. Infine, il Montepulciano assolutamente da non perdere, è quello prodotto da Marina Cvetic nelle sue declinazioni “Iskra” e “classica”.